Laura Salafia

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bi@nconiglio
view post Posted on 20/10/2011, 18:39




CATANIA, LAURA SALAFIA FERITA ALLA TESTA A LUGLIO 2010
Ancora immobilizzata ragazza coinvolta nella sparatoria: «Dimenticata» La denuncia di Laura e la disperazione della famiglia, un anno e mezzo dopo:«Istituzioni lontane, nessun aiuto»
CATANIA – «Dove sono le istituzioni? Dove sono la Regione Siciliana, il sindaco di Catania? Perché non si fanno avanti? All’inizio tutti promettevano ma fino ad oggi non ho ricevuto alcun aiuto, sono profondamente delusa e amareggiata». L’ultimo sfogo è di martedì, davanti alle telecamere di una tv locale. Ma il suo sconforto è cresciuto settimane dopo settimane da quella mattina del primo luglio dello scorso anno quando all’uscita dall’Università, dove aveva appena sostenuto l’esame di spagnolo, venne accidentalmente colpita alla testa durante una sparatoria. ANCORA IMMOBILIZZATA - Da allora Laura Salafia è immobilizzata in una stanza di un istituto di riabilitazione di Montecatone, nei pressi di Imola. Mani e gambe non rispondono più. Riesce a muovere solo la testa ma è fin troppo lucida per macerarsi dentro. Per capire che mentre lei affronta il suo calvario attorno a lei si è creato il vuoto. Nei primi giorni dopo la tragedia sentiva il calore di tutta Catania che si mobilitò con fiaccolate e cortei, mentre le istituzioni promettevano solennemente che non l’avrebbero mai lasciata sola. Ma alla prova dei fatti l’Università e il Comune non si sono nemmeno costituiti parte civile al processo contro Andrea Rizzotti, l’uomo che l’ha ridotta in queste condizioni. E lo stesso processo che andrà a sentenza la settimana prossima rischia di trasformarsi in una beffa. L’unico imputato ha infatti avuto accesso al rito abbreviato e dunque potrà godere di un notevole sconto di pena ma soprattutto non pagherà alcun risarcimento in quanto risulta nullatenente. La protesta dei compagni di Università (2010) La protesta dei compagni di Università (2010) SPESE INSOSTENIBILI- Una tragedia assurda che rischia di avere un finale molto amaro. Oggi il peso per assistere e curare Laura grava esclusivamente sulle spalle dei genitori che in 14 mesi non l’hanno mai lasciata un solo giorno. Ma ad Imola debbono starci a loro spese, pagando 900 euro al mese solo di affitto. «Invece di parlare di cose astratte i giudici perché non vengono qui – piange il padre Antonino – perché non vengono a vedere con i loro occhi com’è ridotta Laura. Lo capiscono che ho perso una figlia? Da sola non riesce a cacciare via neanche una mosca. E’ completamente bloccata, la dobbiamo imboccare, sistemare sulla sedia a rotelle, assistere in tutto». Più volte si è parlato di sottoscrizioni ed iniziative per aiutare la famiglia. Ma fino ad oggi sono state solo parole. «Ci hanno lasciati soli –va ripetendo il fidanzato di Laura, Antonio Guarino- siamo stati abbandonati dalla città e dalle istituzioni. I primi giorni tutti avevano interesse a farsi riprendere dalle telecamere, poi non si è fatto sentire più nessuno». LOTTA QUOTIDIANA - E dire che Laura era arrivata a Montecatone fiduciosa di riuscire a vincere la sua battaglia per tornare alla vita di sempre. «Ce la farò – raccontava- e quando uscirò da qui voglio tornare a vivere ancora a Catania, dove ci sono tante persone perbene. Non vedo l’ora di riprendere a studiare e realizzare i miei sogni. Voglio laurearmi e poi sposarmi». In effetti a breve tornerà a Catania ma per essere ricoverata in un altro istituto di riabilitazione dove dovrà continuare la terapia. Dal giorno della tragedia ha fatto molti progressi riuscendo anche a liberarsi del respiratore artificiale ma quel proiettile che l’ha colpita alla base della scatola cranica la inchioda ancora alla sedia. E quel che vede attorno a sé non l’aiuta certo a continuare a lottare. Alfio Sciacca] CATANIA, LAURA SALAFIA FERITA ALLA TESTA A LUGLIO 2010
Ancora immobilizzata ragazza coinvolta nella sparatoria: «Dimenticata»
La denuncia di Laura e la disperazione della famiglia, un anno e mezzo dopo:«Istituzioni lontane, nessun aiuto»
Laura Salafia prima di restare immobilizzata
Laura Salafia prima di restare immobilizzata

CATANIA – «Dove sono le istituzioni? Dove sono la Regione Siciliana, il sindaco di Catania? Perché non si fanno avanti? All’inizio tutti promettevano ma fino ad oggi non ho ricevuto alcun aiuto, sono profondamente delusa e amareggiata». L’ultimo sfogo è di martedì, davanti alle telecamere di una tv locale. Ma il suo sconforto è cresciuto settimane dopo settimane da quella mattina del primo luglio dello scorso anno quando all’uscita dall’Università, dove aveva appena sostenuto l’esame di spagnolo, venne accidentalmente colpita alla testa durante una sparatoria.

ANCORA IMMOBILIZZATA - Da allora Laura Salafia è immobilizzata in una stanza di un istituto di riabilitazione di Montecatone, nei pressi di Imola. Mani e gambe non rispondono più. Riesce a muovere solo la testa ma è fin troppo lucida per macerarsi dentro. Per capire che mentre lei affronta il suo calvario attorno a lei si è creato il vuoto. Nei primi giorni dopo la tragedia sentiva il calore di tutta Catania che si mobilitò con fiaccolate e cortei, mentre le istituzioni promettevano solennemente che non l’avrebbero mai lasciata sola. Ma alla prova dei fatti l’Università e il Comune non si sono nemmeno costituiti parte civile al processo contro Andrea Rizzotti, l’uomo che l’ha ridotta in queste condizioni. E lo stesso processo che andrà a sentenza la settimana prossima rischia di trasformarsi in una beffa. L’unico imputato ha infatti avuto accesso al rito abbreviato e dunque potrà godere di un notevole sconto di pena ma soprattutto non pagherà alcun risarcimento in quanto risulta nullatenente.
La protesta dei compagni di Università (2010)
La protesta dei compagni di Università (2010)

SPESE INSOSTENIBILI- Una tragedia assurda che rischia di avere un finale molto amaro. Oggi il peso per assistere e curare Laura grava esclusivamente sulle spalle dei genitori che in 14 mesi non l’hanno mai lasciata un solo giorno. Ma ad Imola debbono starci a loro spese, pagando 900 euro al mese solo di affitto. «Invece di parlare di cose astratte i giudici perché non vengono qui – piange il padre Antonino – perché non vengono a vedere con i loro occhi com’è ridotta Laura. Lo capiscono che ho perso una figlia? Da sola non riesce a cacciare via neanche una mosca. E’ completamente bloccata, la dobbiamo imboccare, sistemare sulla sedia a rotelle, assistere in tutto». Più volte si è parlato di sottoscrizioni ed iniziative per aiutare la famiglia. Ma fino ad oggi sono state solo parole. «Ci hanno lasciati soli –va ripetendo il fidanzato di Laura, Antonio Guarino- siamo stati abbandonati dalla città e dalle istituzioni. I primi giorni tutti avevano interesse a farsi riprendere dalle telecamere, poi non si è fatto sentire più nessuno».

LOTTA QUOTIDIANA - E dire che Laura era arrivata a Montecatone fiduciosa di riuscire a vincere la sua battaglia per tornare alla vita di sempre. «Ce la farò – raccontava- e quando uscirò da qui voglio tornare a vivere ancora a Catania, dove ci sono tante persone perbene. Non vedo l’ora di riprendere a studiare e realizzare i miei sogni. Voglio laurearmi e poi sposarmi». In effetti a breve tornerà a Catania ma per essere ricoverata in un altro istituto di riabilitazione dove dovrà continuare la terapia. Dal giorno della tragedia ha fatto molti progressi riuscendo anche a liberarsi del respiratore artificiale ma quel proiettile che l’ha colpita alla base della scatola cranica la inchioda ancora alla sedia. E quel che vede attorno a sé non l’aiuta certo a continuare a lottare.

Alfio Sciacca

Corriere.it
 
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anucksunamun
view post Posted on 31/10/2011, 11:14




Che tristezza e che rabbia! Povera Laura... :(
 
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1 replies since 20/10/2011, 18:39   78 views
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